Test d’ingresso

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Questionario - rispondi o completa

1 Si definisce combustione
2  Affinché la reazione di combustione abbia luogo è necessaria la presenza di una fonte di innesco, cioè:
3 Affinché la reazione di combustione abbia inizio, deve sempre verificarsi:
4 In caso di mancata presenza di uno degli elementi del “triangolo del fuoco” (combustibile, comburente e innesco/sorgente
di calore)
5 La propagazione della combustione richiede la presenza contemporanea di
6 Il combustibile è:
7  Il comburente è:
8  Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere
9  Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere all’esaurimento del combustibile, che consiste
10  Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere al soffocamento, che consiste
11 Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere al raffreddamento, che consiste
12  Gli incendi, in relazione allo stato chimico-fisico dei materiali combustibili, si distinguono in classi:
13  Gli incendi di Classe A, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono:
14  Gli incendi di Classe B, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono:
15  Gli incendi di Classe C, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono:
16  Gli incendi di Classe D, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono:
17  Gli incendi di Classe F, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono:
18  Il combustibile, sostanza che si trasforma durante l’incendio, può trovarsi allo stato solido, liquido o gassoso:
19  La temperatura in corrispondenza della quale inizia la combustione è definita:
20  La più bassa temperatura alla quale un combustibile liquido sviluppa vapori in quantità sufficiente da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende è definita
21 In presenza di liquidi infiammabili (combustibili), la probabilità che si formino vapori in quantità tali da essere incendiati
22  Un liquido “infiammabile” (combustibile), ai fini del rischio incendio/esplosione:
23  Con limiti di infiammabilità di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme) si intende:
24  Il “limite inferiore di infiammabilità” di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme):
25  Il “limite superiore di infiammabilità” di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme):
26 Con il termine “campo di infiammabilità” intendiamo:
27  La temperatura di accensione
28  Il campo di esplosività rappresenta:
29  Il Limite inferiore di esplosività è:
30  Il Limite superiore di esplosività è:
31  La combustione delle sostanze solide è caratterizzata dai seguenti parametri:
32  Per i combustibili liquidi, la reazione di combustione, in presenza di innesco, si genera quando:
33  In funzione della temperatura di infiammabilità i liquidi combustibili
34  I liquidi di categoria “A” sono
35  I liquidi di categoria “B” sono
36  I liquidi di categoria “C” sono
37  I combustibili gassosi possono essere conservati:
38  I combustibili gassosi sono:
39  I combustibili gassosi, in relazione alla densità relativa all’aria, sono classificati gas pesanti:
40  I combustibili gassosi, in relazione alla densità relativa all’aria, sono classificati gas leggeri:
41 Il calore
42  I meccanismi con cui una sorgente d’ignizione può scambiare calore con un combustibile sono
43  Affinché la combustione abbia luogo è necessaria la presenza di una fonte di innesco, cioè:
44  Le principali sorgenti di attivazione dell’incendio sono
45 Si ha calore per attrito:
46  Si ha autocombustione o riscaldamento spontaneo:

47 Il calore radiante emesso da caminetti e stufe può innescare un incendio?
48 A seguito di una reazione di combustione si ha produzione di
49 I gas di combustione
50 Le fiamme
51 I fumi
52 Le sostanze estinguenti sono
53 Le sostanze estinguenti agiscono sugli incendi, spegnendoli
54  I principi di azione di spegnimento degli estinguenti (soffocamento, raffreddamento ….) sono gli stessi per tutte le sostanze che si possono utilizzare
55 Le sostanze estinguenti normalmente utilizzate sono
56 Nello spegnimento di un incendio, l’acqua, agisce per:
57 Nello spegnimento di un incendio, le polveri, agiscono per:
58 Nello spegnimento di un incendio, i gas inerti, come Azoto e Argon, agiscono per:
59 Nello spegnimento di un incendio, l’anidride carbonica (CO2), agisce per:
60 La scelta dell’agente estinguente:
61 L’impiego dell’acqua come agente estinguente è generalmente vietato in presenza di impianti elettrici sotto tensione
62  L’impiego dell’acqua come agente estinguente è vietato in presenza di sostanze reagenti con essa in modo violento ed esplosivo o che possono dar luogo a prodotti tossici o corrosivi
63  L’impiego dell’acqua come agente estinguente può essere sconsigliato in caso di ambienti con presenza di apparecchiature delicate e documenti a causa del danno che potrebbe derivarne per gli stessi
64  Le polveri utilizzate come agenti estinguenti sono sempre idonee per qualunque classe di incendio (A, B, C e D)
65  Le schiume sono agenti estinguenti
66  Le schiume hanno le stesse limitazioni di impiego dell’acqua
67  Le schiume sono molto efficaci
68  Le sostanze estinguenti gassose sono ugualmente efficaci per tutte le classi di incendio
69 La CO2 è generalmente sconsigliata su apparecchiature sensibili alle brusche variazioni di temperatura
70 Con il termine “rischio di incendio” intendiamo
71 La mitigazione del “rischio di incendio” è possibile attraverso una adeguata progettazione e realizzazione
72 Le misure di prevenzione, propriamente dette, sono
73 Nei luoghi di lavoro, in conformità alle disposizioni dettate dal Dlgs 81/2008, è sempre obbligatorio per il Datore di Lavoro adottare idonee misure per prevenire gli incendi e tutelare l’incolumità delle persone
74 Le misure di protezione sono
75 Le misure di protezione attiva sono
76  Le misure di protezione passiva sono
77  I sistemi di controllo dell’incendio (estintori, idranti, naspi, …) sono
78  Il sistema di esodo (vie di esodo verticali, orizzontali, …) sono
79  Le porte EI “tagliafuoco” sono
80  Le porte EI “tagliafuoco”, munite di “fermi elettromagnetici in apertura” asserviti a impianti IRAI, sono
81  Nell’ambito della sicurezza antincendio, il rischio per la salvaguardia dell’incolumità delle persone è caratterizzato
82 Che cosa si intende per fattore occ nell’individuazione del profilo di rischio Rvita:
83 La velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio (), fattore necessario per caratterizzare il rischio per la salvaguarda dell’incolumità delle persone
84  L’incendio è
85  La severità dell'incendio dipende
86 Nell’evoluzione di un incendio si possono individuare le seguenti fasi caratteristiche
87 Nell’evoluzione di un incendio la fase iniziale o di ignizione di un incendio
88 Nell’evoluzione di un incendio la fase propagazione
89 Nell’evoluzione di un incendio la fase di incendio generalizzato (flash over)
90 Nell’evoluzione di un incendio la fase di raffreddamento
91 I principali effetti sull’uomo sono determinati dai prodotti della combustione, ovvero
92 Il monossido di carbonio (CO), che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti chiusi a causa della carenza di ossigeno:
93 Il monossido di carbonio (CO), gas tossico per il sangue, che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti chiusi a causa della carenza di ossigeno:
94 L’anidride carbonica, che si può sviluppare durante gli incendi in ambienti chiusi:
95 La pulizia dei luoghi ed il mantenimento dell’ordine sono
96 La prevenzione di un incendio in un luogo di lavoro può essere ottenuta
97 Il controllo e la manutenzione regolare dei sistemi, dispositivi, attrezzature e degli impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio (es: impianti elettrici, adduzione gas, impianti termici, ecc)
98 La gestione dei lavori di manutenzione o di modifica dell’attività (cantieri)
99 L’adozione di istruzioni e segnaletiche contenenti i divieti e le precauzioni da osservare
100 La progettazione e realizzazione a regola d’arte degli impianti tecnologici e di servizio (impianti elettrici, gas, riscaldamento, eccc) può essere considerata una misura di prevenzione degli incendi
101 In un luogo di lavoro, per mantenere nel tempo il livello di sicurezza antincendio realizzato, è necessario organizzare un
adeguato controllo degli ambienti (verificare che i percorsi di esodo siano sempre fruibili e liberi da ostacoli, verificare il funzionamento dei dispositivi di apertura delle porte, ecc)
102 La segnaletica di sicurezza contribuisce alla prevenzione e protezione dai rischi di incendio
103 La segnaletica di sicurezza contribuisce alla prevenzione e protezione dai rischi di incendio
104 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di divieto intendiamo
105 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di avvertimento intendiamo
106 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di prescrizione intendiamo
107 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di con segnale di salvataggio e soccorso intendiamo
108 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, le forme e i colori utilizzati per i cartelli di sicurezza da impiegare nei luoghi di lavoro
109 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “rotonda”, con pittogramma nero su fondo bianco e boro e banda (verso il basso da sinistra a destra, inclinata di 45°) rossi sono
110 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
111 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
112 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “triangolare”, con pittogramma nero su fondo giallo e bordo nero sono
113 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
114 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
115  Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
116 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “rotonda”, con pittogramma bianco su fondo azzurro sono
117 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
118 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
119 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “quadrata o rettangolare”, con pittogramma bianco su fondo verde sono
120  Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
121 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
122 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “quadrata o rettangolare”, con pittogramma bianco su fondo rosso sono
123 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
124 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
125 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello
126 Il datore di lavoro è responsabile dell’effettuazione di controlli e manutenzione sui presidi antincendio al fine di garantirne la costante efficienza e il regolare funzionamento
127  La manutenzione sui presidi antincendio, al fine di garantirne la costante efficienza e il regolare funzionamento, deve essere effettuata da personale qualificato
128 Con il termine “manutenzione” dei presidi antincendio intendiamo
129 Con “sorveglianza” dei presidi antincendio intendiamo
130 Il tecnico manutentore qualificato è
131 Il controllo periodico è
132 Il controllo periodico dei presidi antincendio
133 La sorveglianza (controllo visivo) dei presidi antincendio
134 Per “aree a rischio specifico” si intende:
135 L’eventuale presenza di “aree a rischio specifico”
136 L’esplosione è:
137 Le atmosfere esplosive sono
138 Le sostanze in grado di produrre esplosioni sono
139 Un’esplosione è chiamata deflagrazione quando:
140 Un’esplosione è chiamata detonazione quando:
141 Ai seni del DLgs 81/2008, il seguente segnale
142 La reazione al fuoco rappresenta
143 La misura antincendio “reazione al fuoco”
144 Le classi di reazione al fuoco 1 IM, 2 IM e 3 IM
145 Le classi di reazione al fuoco 0, 1, 2, 3, 4 e 5
146 Le classi di reazione al fuoco A1, A2, B, C, D, E ed F
147 Le classi di reazione al fuoco
148 La Resistenza al fuoco rappresenta
149 La finalità della Resistenza al fuoco è
150 La Classe di Resistenza al fuoco (es: R 60, R 90, … ) è
151 Con il simbolo R, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco
152 Con il simbolo E, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco
153 Con il simbolo I, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco
154 Con il simbolo REI 60 si identifica un elemento costruttivo che
155 Con il simbolo RE 60 si identifica un elemento costruttivo che
156 Con il simbolo R 60 si identifica un elemento costruttivo che
157 La Capacità di Compartimentazione rappresenta
158 Con il termine “compartimento” intendiamo
159 Con il termine “filtro” intendiamo
160 Con il termine “compartimento a prova di fumo” intendiamo
161 Con il termine “filtro a prova di fumo” intendiamo
162  La finalità della Compartimentazione è quella di
163  La compartimentazione è realizzata mediante
164 Al fine di realizzare una compartimentazione efficace è fondamentale che le chiusure d’ambito orizzontali e verticali costituiscano una barriera continua ed uniforme contro la propagazione degli effetti dell’incendio
165 Fra diverse attività o ambiti della stessa attività, separate da spazio a cielo libero, è possibile la propagazione di un incendio
166 La porta “taglia fuoco” (porta EI) è
167 La porta “taglia fuoco” (porta EI), elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra compartimenti adiacenti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio
168 Qualunque spazio a cielo libero (es: cortile, cavedio, …) è qualificabile come “spazio scoperto” ai fini del contrasto temporaneo alla propagazione dell’incendio tre le opere da costruzione o strutture che lo delimitano
169 L’interposizione di un’adeguata distanza di separazione “d” in spazio a cielo libero fra edifici adiacenti ovvero fra edifici e depositi esterni di materiale combustibile, opportunamente valutata sulla base delle indicazioni fornite dalle regole di prevenzioni incendi, consente di limitare la propagazione dell’incendio.
170 Nella progettazione della sicurezza antincendio è consentito che si realizzino opere prive di resistenza al fuoco (Livello di prestazione I ai sensi del DM 03/08/2015)
171 Le “Classi”, cioè l’intervallo di tempo nel quale è garantito il requisito di resistenza al fuoco del prodotto\elemento costruttivo
172 Con “carico di incendio” intendiamo:
173 Con “carico di incendio specifico” intendiamo:
174 Con “carico di incendio specifico di progetto” intendiamo:
175 Il “carico di incendio” è un parametro fondamentale per la progettazione della sicurezza antincendio
176 I valori del carico di incendio specifico di progetto adottati nel progetto della prevenzione incendi costituiscono un vincolo d’esercizio per le attività da svolgere all’interno della costruzione
177 La finalità della misura Esodo (S.4) è quella di
178 Il Sistema di Esodo è
179 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “Luogo sicuro” intendiamo
180 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “Luogo sicuro temporaneo” intendiamo
181 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “spazio calmo” intendiamo
182 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “via di esodo” intendiamo
183 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “corridoio cieco” intendiamo
184 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, le modalità di esodo da un’opera di costruzione possono essere diverse
185 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’ “esodo simultaneo” da un’opera di costruzione è
186 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo per fasi” da un’opera di costruzione è
187 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo orizzontale progressivo” da un’opera di costruzione è
188 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, la “protezione sul posto” è
189 Uno “spazio a cielo libero” può essere qualificato come “luogo sicuro” ai fini dell’esodo
190 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, possono essere considerate ed utilizzate le scale portatili, gli ascensori e le rampe con grande pendenza (superiore a 20 %)
191 Le superfici dei percorsi individuati come vie di esodo (corridoi, scale, androni, …) devono garantire specifici requisiti
192 Le porte installate lungo le vie di esodo devono garantire specifici requisiti
193 Le porte ad apertura manuale installate lungo le vie di esodo, in condizioni di elevata densità di affollamento, devono garantire specifici requisiti
194 Il sistema di esodo deve essere facilmente riconosciuto e identificabile dagli occupanti
195 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo
196 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo
197 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo
198 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo
199 Lungo le vie di esodo deve essere installato un impianto di illuminazione di sicurezza
200 Negli ambiti ove l’attività sia svolta con assente o ridotta illuminazione ordinaria (es. sale cinematografiche, sale teatrali, …) eventuali gradini lungo le vie d’esodo devono essere provvisti di illuminazione
201 Il sistema d’esodo in un’attività lavorativa, al fine di limitare la probabilità che agli occupanti sia impedita l’evacuazione dall’incendio, il numero minimo di vie d’esodo e uscite indipendenti da ciascun locale deve essere specificamente progettato
202 Le vie di esodo previste in un luogo di lavoro devono essere di lunghezza limitata, in funzione del rischio di incendio dell’attività
203 Gli eventuali corridoi ciechi presenti in un luogo di lavoro devono essere di lunghezza limitata, in funzione del rischio di incendio dell’attività
204 In un luogo con affollamento dell’ambito servito maggiore di 1000 occupanti, la larghezza della via di esodo orizzontale deve essere maggiore o uguale a 1200 mm (1,2 m)
205 In un sistema di esodo sono consentite larghezze minime delle vie di esodo orizzontali maggiori o uguali a 800 mm (80 cm)
206 In un luogo con affollamento dell’ambito servito maggiore di 1000 occupanti, la larghezza della via di esodo verticali deve essere maggiore o uguale a 1200 mm (1,20 m)
207 In un sistema di esodo sono consentite larghezze minime delle vie di esodo verticali maggiori o uguali a 900 mm (90 cm)
208 Le vie di esodo devono avere un’altezza minima di 2 metri
209 Nella progettazione del sistema di esodo, in caso di piani nei quali vi può essere presenza non occasionale di occupanti che non abbiano sufficienti abilità per raggiungere autonomamente un luogo sicuro tramite vie di esodo verticali devono essere adottate specifiche modalità di gestione dell’esodo:
210 La misura antincendio “Rilevazione ed allarme” ha come obiettivo la sorveglianza degli ambiti di un’attività, rilevare precocemente un incendio e diffondere l’allarme al fine di
211 Gli impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendio (IRAI) sono
212 La rivelazione e la diffusione dell’allarme incendio possono essere demandate solo alla sorveglianza da parte degli occupanti
213 I punti di segnalazione manuale a servizio di un Impianto di Rilevazione e Allarme Incendio (IRAI)
214 I punti di segnalazione manuale a servizio di un Impianto di Rilevazione e Allarme Incendio (IRAI)
215 I punti di segnalazione manuale a servizio di un Impianto di Rilevazione e Allarme Incendio (IRAI), per consentire a tutti gli occupanti, anche a quelli che impiegano ausili di movimento, di inviare l’allarme d’incendio
216 La progettazione della misura antincendio “Controllo Fumo e Calore” ha come scopo
217 Il “Controllo Fumo e Calore” si attua attraverso la realizzazione di:
218 Lo smaltimento di fumo e calore di emergenza verso l’esterno di un edificio può essere realizzato per mezzo di aperture già ordinariamente disponibili per la funzionalità dell’attività (es. finestre, lucernari, porte, …)
219 Le aperture di smaltimento realizzate per lo smaltimento dei fumi e calore di emergenza devono essere gestite e in particolare protette dall’ostruzione accidentale durante l’esercizio dell’attività
220 Lo smaltimento di fumo e calore d’emergenza ha la sola funzione di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori
221 Le aperture di smaltimento individuate nella progettazione dello smaltimento di fumo e calore d’emergenza possono essere solo di tipo “permanentemente aperte”
222 Le aperture di smaltimento individuate nella progettazione dello smaltimento di fumo e calore d’emergenza devono essere uniformemente distribuite nel compartimento servito e preferibilmente poste nella porzione superiore dei locali
223 I Sistemi di ventilazione forzata orizzontale del fumo e del calore (SVOF), svolgono la funzione di smaltimento di fumo e calore d’emergenza
224 I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC)
225 I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di mantenere le vie di esodo libere da fumo e calore
226 I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di ritardare o prevenire il flashover e quindi la generalizzazione dell’incendio
227 I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di limitare i danni agli impianti di servizio o di processo ed al contenuto dell’ambito protetto
228 I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), fra i diversi obiettivi, hanno anche quello di ridurre gli effetti termici sulle strutture dell’ambiente protetto
229 I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore (SEFC), possono essere di tipo naturale (SENFC) o forzato (SEFFC).
230 I Sistemi di evacuazione del fumo e del calore di tipo naturale (SENFC)
231 La misura “Controllo dell’incendio”
232 Le sostanze estinguenti che intervengono sul processo di combustione, nel loro impiego possono mettere in atto le seguenti azioni di spegnimento
233 I presidi antincendio installati nei luoghi di lavoro per il controllo dell’incendio sono
234 I presidi antincendio installati nei luoghi di lavoro per il controllo dell’incendio hanno come scopo
235 Il presidio antincendio “sprinkler” svolge prioritariamente un’azione di controllo dell’incendio, cioè
236 Gli estintori
237 Gli estintori devono essere sempre presenti nei luoghi di lavoro
238 Il potenziale di un estintore, cioè la “grandezza dell’incendio” che è in grado di estinguere
239 Gli estintori sono mezzi di estinzione da usare per pronto intervento sui principi d’incendio
240  Gli estintori portatili sono mezzi di estinzione da usare per pronto intervento sui principi d’incendio
241 Gli estintori carrellati sono mezzi di estinzione da usare per pronto intervento sui principi d’incendio
242 La carica degli estintori portatili utilizzabili in ambienti accessibili al pubblico
243 Un estintore è caratterizzato dall’agente estinguente che contiene
244 Gli estintori portatili sono idonei all’utilizzo su impianti e apparecchiature elettriche
245 Gli estintori portatili a base d’acqua sono idonei all’utilizzo su impianti e apparecchiature elettriche
246 La tipologia degli estintori installati nei luoghi di lavoro
247 Nei luoghi chiusi, fatte salve incompatibilità, nei confronti di principi di incendio di classe A o classe B
248 Gli estintori devono essere sempre disponibili per l’uso immediato
249 Gli estintori di classe A devono essere installati in modo da non superare le massime distanza di raggiungimento indicate nelle norme di prevenzione incendi
250 Gli estintori di classe B devono essere posizionati a distanza non superiore a 15 m rispetto alle sorgenti di rischio (es: deposito di liquidi infiammabili)
251  Per consentire a tutti gli occupanti di impiegare gli estintori per rispondere immediatamente ad un principio di incendio le impugnature dei presidi manuali dovrebbero essere collocate
252 Gli estintori devono essere sempre disponibili per l’uso immediato e la loro posizione deve essere sempre segnalata con opportuni segnali di sicurezza
253 Con il seguente segnale di sicurezza indichiamo
254 Con il seguente segnale di sicurezza indichiamo
255 La rete idrica antincendi o rete idranti è un impianto di protezione attiva finalizzato al “controllo dell’incendio”
256 Le reti di idranti (RI) si distinguono in RI ordinarie e RI all’aperto
257 Le reti di idranti (RI) sono composte dai seguenti componenti principali
258 Gli apparecchi erogatori utilizzati nelle reti idranti ordinarie, destinate alla protezione di attività ubicate all’interno di opere da costruzione, si dividono in:
259 La tubazione flessibile degli “idranti a muro DN 45 ( = 45 mm)” è in genere lunga
260 La tubazione semirigida dei “naspi DN 25 ( = 25 mm)” ha una lunghezza massima di
261 I sistemi automatici di inibizione, controllo o estinzione dell’incendio adottati nella misura “controllo dell’incendio” possono erogare diversa tipologia di agenti estinguenti (acqua, gas, polvere …)
262 Un impianto automatico a pioggia sprinkler
263 Gli ugelli regolatori distribuiti sull’area protetta dagli impianti a pioggia sprinkler
264 Un impianto automatico a diluvio
265 Negli impianti automatici a diluvio le tubazioni sono vuote e l'acqua è mantenuta a monte di un'apposita valvola a diluvio la cui apertura è comandata da un sistema di rivelazione incendi scaricando l'acqua contemporaneamente da tutti gli erogatori
266 La progettazione della misura antincendio “Operatività Antincendio” ha lo scopo di:
267 Ai fini della mitigazione del rischio incendio, è sempre necessario, in relazione al rischio valutato, progettare soluzioni tecniche che agevolino l’efficace conduzione di interventi di soccorso dei Vigili del fuoco
268 Tra le misure di “Operatività Antincendio” rientra l’accessibilità per mezzi di soccorso antincendio,
269 Tra le misure di “Operatività Antincendio” rientra la pronta disponibilità di agenti estinguenti
270 Tra le misure di “Operatività Antincendio” rientra la possibilità di controllare o arrestare gli impianti tecnologici e di servizio dell’attività, compresi gli impianti di sicurezza
271 Tra le misure di “Operatività Antincendio” rientra l’accessibilità protetta per i vigili del fuoco a tutti i piani dell’attività
272 L’ascensore antincendio è
273 L’ascensore di soccorso è
274 La Gestione della Sicurezza Antincendio è la misura di sicurezza antincendio
275 la finalità della misura Gestione della Sicurezza Antincendio (GSA)
276 La gestione della sicurezza antincendio (GSA) si divide nei due aspetti: gestione della sicurezza antincendio in esercizio e gestione della sicurezza antincendio in emergenza
277 La gestione della sicurezza antincendio (GSA) in esercizio deve comprendere
278 La gestione della sicurezza antincendio (GSA) in emergenza riguarda
279 Gli addetti al servizio antincendio
280 Gli addetti al servizio antincendio, in condizione ordinarie (gestione sicurezza antincendio – GSA - in esercizio)
281 Gli addetti al servizio antincendio, in condizione di emergenza (gestione sicurezza antincendio – GSA - in emergenza)
282 IL controllo e la manutenzione di impianti e attrezzature antincendio è parte integrante e fondamentale della gestione della sicurezza antincendio (GSA) organizzata dal datore di lavoro
283 Gli impianti elettrici, impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio, devono essere oggetto di manutenzione eseguita secondo le disposizioni vigenti, le norme volontarie applicate e i manuali d’uso e manutenzione forniti dal costruttore/installatore
284 Gli impianti di trasporto e utilizzo di sostanze liquide e gassose infiammabili, impianti rilevanti ai fini della sicurezza
antincendio, devono essere oggetto di manutenzione eseguita secondo le disposizioni vigenti, le norme volontarie applicate e i manuali d’uso e manutenzione forniti dal costruttore/installatore
285 Gli impianti di processo che comportano un rischio di incendio, impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio, devono essere oggetto di manutenzione eseguita secondo le disposizioni vigenti, le norme volontarie applicate e i manuali d’uso e manutenzione forniti dal costruttore/installatore
286 I presidi antincendio devono essere oggetto di manutenzione eseguita secondo le disposizioni vigenti, le norme volontarie applicate e i manuali d’uso e manutenzione forniti dal costruttore/installatore
287 Il Piano di Emergenza che il Datore di Lavoro redige ai sensi del Dlgs 81/2008 è
288 Il Piano di Emergenza, redatto per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro, dettaglia i compiti ed incarichi affidati agli addetti antincendio
289 Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro, deve contenere
290 Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro, deve identificare un adeguato numeri di addetti al servizio antincendio incaricati di sovrintendere e attuare le procedure previste
291 Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro, dettaglia i compiti ed incarichi affidati agli addetti antincendio
292 Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro
293 Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro deve essere portato a conoscenza di tutti i lavoratori, anche se non addetti antincendio
294 Il Piano di Emergenza, redatto dal Datore di Lavoro per fronteggiare gli eventuali incendi che possono interessare il luogo di lavoro, deve indicare le specifiche procedure per la chiamata dei vigili del fuoco
295 Per più luoghi di lavoro ubicati nello stesso edificio, ma facenti capo a titolari diversi, i piani di emergenza devono essere coordinati
296 I lavoratori e gli addetti antincendio che individuano prontamente un’emergenza incendio in atto devono
297 I lavoratori, in caso di emergenza incendio
298 Il datore di lavoro, oltre alla predisposizione del sistema d’esodo, nel piano di emergenza deve predisporre le procedure per consentire l’evacuazione dell’attività
299 Nell’attuazione delle procedure di evacuazione gli addetti antincendio
300 Nell’attuazione delle procedure di evacuazione, le azioni e le attività che devono svolgere gli addetti antincendio sono
301 La gestione dell’emergenza deve essere oggetto di preparazione e prove periodiche
302 Il Datore di Lavoro, nel predisporre il piano di emergenza, deve prevedere una adeguata assistenza alle persone con esigenze speciali,
303 La maschera a filtro si può usare in ambiente con presenza di ossigeno non inferiore
304 Gli autorespiratori a ciclo aperto dispongono di bombole contenenti:
305 Per diminuire il pericolo d'incendio in un locale adibito allo stoccaggio di liquidi infiammabili si può
306 Una bassa temperatura di infiammabilità indica che una sostanza
307 Immagazzinando combustibili che sviluppano vapori più pesanti dell'aria il pericolo è maggiore:
308 In un ambiente con presenza di gas o vapori più pesanti dell'aria le aperture di ventilazione devono essere disposte
309 Nel caso di un dardo di fuoco originato da una fuga di gas da una tubazione o da una flangia si procede immediatamente
310 La probabilità che possa verificarsi un incendio aumenta
311 Il flash over è
312 Durante un incendio si possono avere difficoltà respiratorie a causa
313 In un compartimento di classe 120 di resistenza a fuoco una porta deve avere resistenza a fuoco pari a
314 Le vie di esodo sono una misura di
315 La lunghezza d'esodo deve essere valutata
316 Un impianto automatico di estinzione assolve alla funzione di
317 Per capacità termica di una sostanza si intende
318 Dire che una sostanza ha un'alta capacità termica significa
319 Il calore specifico è
320 Quale tra le seguenti sostanze ha un valore di calore specifico (J/kgx°C) più elevato?
321 Quale tra le seguenti sostanze ha un valore di calore specifico (J/kgx°C) più basso?
322 I metalli, in genere, hanno calori specifici piuttosto bassi. Questo significa che
323 A quale metodo di conservazione dei gas ci si riferisce quando si parla di "grado di riempimento"?
324  L'acetilene è un tipo di gas che, in genere, viene conservato
325 Il GPL (miscela di gas principalmente butano e propano), in genere, viene conservato
326 La CO2 (anidride carbonica), in genere, viene conservata
327  Il Watt è
328 la potenza termica è
329 Per conduzione termica si intende
330 Nella convezione termica, la propagazione del calore, è associata al trasporto di materia?
331 L'irraggiamento o radiazione termica è
332 Tutti gli oggetti emettono radiazioni elettromagnetiche?
333 Quante sono le zone che distinguono le aree a rischio esplosione (ATEX) per gas, vapori e nebbie?
334 Quante sono le zone che distinguono le aree a rischio esplosione (ATEX) per le polveri?
335 L'impianto sprinkler a "umido" significa che
336 L'impianto sprinkler a "secco", in genere, viene preferito a quello "a umido"
337 Cosa sono i sistemi ad acqua nebulizzata "water mist"?
338 Nel caso di un archivio cartaceo, quale tra i seguenti metodi di spegnimento è quello più indicato?
339 I sistemi di spegnimento a deplezione sono
340 Gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie sono classificati come DPI di
341 I tubi di mandata delle reti idranti possono avere diametro
342 In base alla tipologia di inquinante i respiratori a filtro si dividono in
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